Quando hai deciso di lanciarti nell'avventura imprenditoriale, dopo aver fatto volare libera la tua immaginazione per trovare la tua idea geniale, sicuramente ti sarai ritrovato a porti tutte quelle domande strane su soldi e tasse. E chi hai chiamato in tuo soccorso? Il mitico commercialista! Ma invece di ricevere risposte chiare e concise, hai rischiato di annegare in un mare di termini fiscali complicati. Non preoccuparti, non stiamo cercando di sostituire il tuo supereroe consulente di fiducia, ma se continui a leggere (sì, sarà una lettura un po' lunga, ma resisti!), troverai qualche informazione che renderà tutto più chiaro e divertente.
Che regimi fiscali esistono in Italia?
I liberi professionisti e le ditte individuali possono adottare uno dei tre regimi fiscali e contabili che seguono:
- Regime forfetario: unico regime fiscale agevolato presente nel nostro paese destinato a persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni che, nell’anno precedente hanno, contemporaneamente: conseguito ricavi o percepito compensi non superiori a 85.000 euro ed hanno sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi.
- Regime semplificato: prevede una riduzione degli obblighi di contabilità a favore di ditte individuali e società di persone che nell’arco di un anno solare non abbiano conseguito ricavi maggiori a 500.000, euro qualora l’attività abbia ad oggetto prestazioni di servizi e ricavi non superiori a 800.000 euro qualora l’oggetto sia rappresentato da altre attività. Gli esercenti arte o professione non hanno alcun limite di ricavi da rispettare per accedere a questo regime.
- Regime ordinario: regime contabile obbligatorio per le società di capitali e facoltativo per le società di persone e ditte individuali che nell’anno precedente non abbiano conseguito ricavi superiori alle soglie del regime semplificato.
Per una persona fisica che decide di avviare una nuova attività la scelta più vantaggiosa è il regime forfetario perché semplice da gestire ed il più vantaggioso in termini economici.
Ad ogni modo, la scelta tra quale regime scegliere dipenderà principalmente dai seguenti fattori:
- Reddito d’impresa che prevedi di raggiungere.
- Costi da sostenere: con l’aumentare delle spese, diventa più conveniente il Regime ordinario rispetto al Regime forfetario.
- I tuoi clienti.
I vantaggi del Regime forfetario
Il Regime forfetario è un regime fiscale vantaggioso per persone fisiche esercenti attività d’impresa arti o professioni, soprattutto nei primi anni di attività, che prevede le seguenti semplificazioni:
- dal punto di vista fiscale: l’imposta dovuta è pari al 5% per le nuove attività* (o al 15% negli altri casi) resta fissa (“flat tax”) fino a 85.000 euro di incassi all’anno. Il reddito imponibile è determinato applicando, all’ammontare dei ricavi/compensi percepiti, un coefficiente di redditività previsto in base all’attività esercitata (ATECO).
- semplificazioni IVA: i contribuenti in regime forfetario non addebitano l’IVA in fattura ai propri clienti e non detraggono l’IVA sugli acquisti; sono esonerati dagli obblighi di liquidazione e versamento dell’IVA; non sono obbligati a presentare la dichiarazione annuale; non sono tenuti a registrate le fatture emesse, i corrispettivi e gli acquisti.
- i soggetti in questo regime non operano le ritenute alla fonte né le subiscono, in ragione dell’esiguità della misura dell’imposta sostitutiva.
- N.B.: a partire dal 2024, per i contribuenti in regime forfetario si applicano le disposizioni relative all’obbligo di fatturazione elettronica.
ATTENZIONE: se rientri in questo regime, una volta aperto il tuo conto HYPE Business, sarà necessario comunicarlo immediatamente alla nostra assistenza.
*Di seguito troverai tutti i requisiti per le start-up ad aliquota agevolata del 5%:
- Non aver esercitato un’attività con partita IVA nei 3 anni precedenti (anche in forma associata o familiare).
- L’attività esercitata non è una prosecuzione di attività precedentemente svolta come dipendente o lavoratore autonomo (escluso il caso del periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni).
- Se viene proseguita un’attività svolta in precedenza da altro soggetto, l’ammontare dei ricavi e compensi realizzati nel periodo d’imposta precedente non supera 85.000 euro (attuale limite che consente l’accesso al regime).
Il calcolo dei contributi previdenziali
I contributi previdenziali dovuti dipendono dalla gestione previdenziale a cui è iscritto il contribuente, nello specifico si distinguono quattro tipologie:
- Gestione INPS Commercianti
- Gestione INPS Artigiani
- Casse private per liberi professionisti
- Gestione Separata INPS per liberi professionisti
Contributi per ditte individuali (artigiani e commercianti)
I contributi INPS gestione artigiani e commercianti hanno una componente fissa ed una variabile, al superamento di un minimale. Per i commercianti, i contributi fissi sono 4.515,43 euro dovuti trimestralmente ed indipendentemente da quanto incassato nell’anno mentre, se l’imponibile fiscale supera i 18.415 euro, occorrerà versare il 24,48% calcolato sull’eccedenza. Per gli artigiani, i contributi fissi sono 4.427,04 euro dovuti trimestralmente ed indipendentemente da quanto incassato nell’anno mentre, se l’imponibile fiscale supera i 18.415 euro, occorrerà versare il 24% calcolato sull’eccedenza.
Il contribuente in regime forfettario può optare per la riduzione al 65% dei contributi. In questo caso i contributi saranno pari al 15,60% del reddito imponibile previdenziale con minimale pari a circa 2.500 euro all’anno da versare con rate trimestrali.
Occorre però precisare che optando per la riduzione dei contributi si riducono proporzionalmente anche i contributi versati ai fini della pensione.
Contributi per liberi professionisti con o senza cassa
I liberi professionisti iscritti all’albo pagano i contributi alle rispettive casse privatizzate. Ad esempio: Ingegnere/architetto a INARCASSA, Avvocato a Cassa Forense, Biologo a ENPAB, Infermiere a ENPAPI e Medico a ENPAM, eccetera.
Ogni cassa privatizzata prevede le sue scadenze e per il calcolo dei contributi dovuti sarà necessario verificare sul sito internet di ognuna di esse.
Vi sono anche liberi professionisti, come i freelance, che non appartengono a un albo professionale e che quindi non dispongono di una cassa previdenziale privata specifica per la propria attività, come ad esempio i graphic designer, i fotografi, i videomaker, copywriter o web writer. Queste figure dovranno versare i contributi previdenziali presso la Gestione Separata INPS, che non prevede minimali fissi da pagare, ma un’aliquota da applicare al reddito prodotto, ad esempio pari al 26,23% nel 2023.
Qual è la differenza tra imposte e contributi?
Facciamo un po' di chiarezza tra cosa si intende per imposte e cosa si intende per contributi.
Le imposte, in gergo chiamate tasse, sono quelle somme che versiamo allo Stato (ed altre entità pubbliche locali) in base alla nostra capacità contributiva e che vengono utilizzate per finanziare la spesa pubblica. A differenza delle tasse, le imposte non sono direttamente collegate ad uno specifico servizio erogato dallo Stato.
In base al regime fiscale che hai adottato potresti trovarti a dover corrispondere una delle seguenti imposte:
- IRPEF: è applicata nel regime ordinario e semplificato e si calcola utilizzando delle aliquote progressive per scaglioni di reddito; più il reddito aumenta, più l’aliquota aumenta e di conseguenza sale anche l'imposta da versare.
- Imposta sostitutiva: è flat ed è applicata a coloro che aderiscono al regime forfetario.
I contributi previdenziali, invece, sono i versamenti effettuati all’ente previdenziale per garantire un sostegno economico in situazioni specifiche come ad esempio una malattia, la maternità, la disoccupazione o la pensione.
Come si determina il reddito netto in Regime forfetario?
Come detto sopra, il reddito imponibile viene calcolato “a forfait”, in base ai coefficienti di redditività previsti dalla norma ed assegnati ad ogni attività economica.
Dal fatturato annuale vengono dunque dedotti forfetariamente i costi. Da tale importo, vengono poi dedotti i contributi previdenziali versati nell’anno di riferimento, ottenendo il reddito imponibile fiscale. Su tale importo deve essere applicata l’imposta sostitutiva (del 5% o del 15%, a seconda dei casi). Così si otterrà il netto per il contribuente.
Dopo averti fornito queste informazioni generali sarai preparato per affrontare il discorso sulle imposte e sui contributi con il tuo commercialista. Ma non vogliamo fermarci qui! Inclusa nel conto HYPE Business, dedicato a liberi professionisti e ditte individuali, troverai la funzionalità Tax Manager che ti darà un supporto operativo nella gestione di imposte e contributi.
Probabilmente ti starai chiedendo “Sì, ma cos’è e come può aiutarmi Tax Manager?”
Il cos’è è facile: è una funzionalità dedicata attualmente ai clienti in regime forfetario, che ti aiuterà a stimare imposte e contributi, permettendoti di creare un box di accantonamento automatico, al fine di non farti trovare impreparato alle varie scadenze fiscali.
Come hai potuto leggere, l’anno lavorativo di un libero professionista è scandito da molte scadenze fiscali, ma il tuo conto HYPE Business non ti farà trovare impreparato se andrai ad utilizzare la funzionalità Tax Manager.
Sì, hai letto bene! Non avrai il pensiero di arrivare alla scadenza e non avere il denaro per poter pagare quanto dovuto.
Ed eccoci arrivati al come può aiutarti: periodicamente verranno infatti spostate delle somme dalla tua disponibilità e messe da parte all’interno del box, che potrai utilizzare quando necessario.
HYPE ti mette a disposizione questa funzionalità previa compilazione di un breve questionario, ma attenzione! Gli importi calcolati rappresentano una stima delle imposte e dei contributi relativi all’anno in corso, basata sul tuo codice ATECO e sui dati previsionali che hai fornito. Per conoscere esattamente quanto dovrai versare, rivolgiti sempre al tuo commercialista di fiducia.